PALAZZI STORICI DI CANOSA
Elenco dei Palazzi Storici di Canosa di Puglia
- Palazzo di Città
- Palazzo Rossi
- Palazzo Caporale
- Palazzo Pesce Rossi
- Palazzo Fracchiolla Minerva
- Palazzo Visconti
- Palazzo Iliceto
- Palazzo Sinesi Rossi
- Teatro Comunale " Raffaele Lembo "
Palazzo di Città
Originariamente il Palazzo di Città era un convento di francescani con annesse celle dei monaci, annessa alla chiesa della B.V. Immacolata, successivamente fù dedicata a San Francesco.
Palazzo Rossi
La costruzione del palazzo ebbe inizio nel 1837 per volere di Nicola Rossi e fu terminata dal figlio Fabrizio. L’edificio fu realizzato in posizione di rilievo fra Corso San Sabino e Corso Garibaldi. Una doppia rampa di scale conduce al piano nobile composto da ventuno stanze ancora oggi arredate con mobili d’epoca. Nelle stanze più importanti sono presenti raffinate decorazioni.
Palazzo Caporale
Il prospetto è abbellito da quattro lesene e da sette finestre con balconi al piano nobile. Le stanze del piano nobile furono affrescate da Gaetano Paloscia, pittore di scuola napoletana. Gli affreschi riproducono tralci di vite, rami fioriti, scene di paesaggi e sotto la volta del salone di rappresentanza è riprodotta la masseria di famiglia in contrada Jannarsi (Loconia).
Palazzo Pesce Rossi
Le pareti del salone di rappresentanza sono dipinte di rosso, sotto la volta si possono osservare tre figure femminili che si muovono tra gruppi di putti che reggono un velario. Alla morte di quest’ultima l’edificio fu ereditato dal nipote Fabrizio Rossi che nel 1966 lo vendette alla famiglia Ungano, originaria di Ruvo di Puglia.
Palazzo Fracchiolla Minerva
Il palazzo fu realizzato intorno al 1830 per volontà di Michele Fracchiolla. Nel 1933, con la morte dell’ultimo Fracchiolla, il palazzo fu venduto a Domenico Minerva. Di particolare interesse è l’affresco del salone centrale raffigurante una balconata aperta su un luminoso cielo azzurro su cui danzano puttini.
Palazzo Visconti
Il palazzo fu costruito per volontà dei fratelli Angelo e Savino Visconti nel 1855. La facciata è semplice, il portone di ingresso è posto al centro della struttura. Dal portone si accede ad un androne dove una scalinata conduce alle quattordici stanze del piano nobile, sulla mansarda si trovano i locali della servitù e l’approvvigionamento idrico all’immobile era garantito da due pozzi. Subito dopo la costruzione il palazzo divenne prima sede del Municipio, successivamente caserma della Guardia Nazionale Filogaribaldine. Nei primi anni del Novecento il palazzo fu acquistato da Raffaele Caporale e adibito a sede della Cooperativa Agraria Nicola Rossi.
Palazzo Iliceto
Il palazzo sito in via Trieste e Trento, nella zona castello è probabilmente uno dei più antichi della città. I primi riferimenti storici sulla costruzione sono attestati da una tavola del 1586. Lo stesso palazzo fu costruito su un precedente impianto, così come è evidenziato nella muratura. I fornici, così come riportati nella tavola del 1586 e come conferma l’incisione dell’Abate Saint-Non, rappresentavano una struttura autonoma rispetto alla struttura circostante. I fornici Il palazzo è preceduto da una ripida scalinata al termine della quale si giunge su una grande loggia. l’aspetto di palazzo Attualmente il palazzo ospita il Museo Civico.
Palazzo Sinesi Rossi
Palazzo Sinesi -Rossi, tipica dimora ottocentesca, è composta da venticinque stanze, un ampio cortile carrozzabile con locali adibiti a scuderie, rimesse, servizi e un bel giardino. Questa
residenza signorile ebbe le caratteristiche del fortilizio. Al palazzo si accedeva da via Strada della Carrozza, oggi via Buonarroti, al termine della quale vi era una garitta ad uso militare
dove montava continuamente una guardia giurata di casa Sinesi.
I nuovi lavori di restauro riportarono agli antichi splendori il palazzo, diverse stanze furono affrescate dal pittore Paloscia e dal figurista De Liso. Alla morte del Rossi il palazzo fu
ereditato dal nipote Mario Rossi, e dopo la morte di questi, dai suoi quattro figli che ne hanno ricavato quattro appartamenti.
Teatro Comunale " Raffaele Lembo "
Il teatro Lembo fu fatto costruire da Raffaele Lembo, inseguito ad una scommessa fatta nella sala da barba di Giovanni Gallo, frequentata dai canosini più facoltosi. Per il progetto del teatro, Lembo contattò l’architetto Arturo Boccasini, il quale previde una spesa di lire 1.320.000, somma messa a disposizione per intero dallo stesso Lembo. ebbe inizio la Durante i lavori di costruzione, Lembo fece ricostruire più volte la cupola del teatro e questo comportò una riduzione dei fondi messi a disposizione per il completamento dell’opera. Alla morte di Raffaele Lembo, il teatro vide l’avvicendarsi di diverse gestioni, fino a quando fu acquistato, nel 1933, dall’Avv. Cap. Michele D’Ambra. Per onorare la memoria di Lembo, il teatro mantenne il nome “Teatro Lembo” e per la sua famiglia fu riservato un palco,
nell'anno 2011 è stato riconsegnato alla città, con il nome Teatro Comunale "Raffaele Lembo", per una nuova cultura.