La devozione alla Madonna sotto il titolo di “Costantinopoli” risale al lontano V° secolo d.C.
Richiama l’omonima città dell’attuale Turchia. Il titolo va meglio significato con l’antico termine greco “Odegitria” cioè “colei che indica la via”. Il culto fu promosso dalla Imperatrice Pulcheria (399-453). L’icona nascosta durante la persecuzione iconoclasta, fu poi portata a Bari dai marinai di questa città: era il 1° Martedì di marzo del 733. In questa data tuttora si celebra la festa liturgica.
La devozione, da Bari, si è diffusa per tutto il meridione d’Italia. I primi documenti storici, che parlano della presenza di questo culto a Canosa, risalgano al 1597; si parla di un culto preesistente e già affermatosi nella città: veniva officiato nella Cattedrale di San Sabino e in un tempietto alla periferia della città, sul Tratturo Regio. L’attuale tempio fu eretto dal Sac. Benedetto Forina con l’autorizzazione dell’allora Vescovo di Andria Mons. Federico Galdi; detta autorizzazione porta la data del 22-6-1873.
Si sono avute fino ad oggi diverse copie della Immagine della Madonna: alcune deteriorate dal tempo, qualche altra è stata portata via dei ladri.
L’attuale icona, opera del pittore canosino Giuseppe Antonio Lomuscio, rimanendo fedele, nella struttura compositiva, agli schemi dettati dai canoni tradizionali dell’arte bizantina, presenta, evidentemente, elementi nuovi che la rendono unica nel suo genere e che le restituiscono
una identità storica, culturale e devozionale.
Nell’icona la Madre volge lo sguardo verso di noi. Con una mano sostiene il Figlio, mentre con l’altra ce lo indica. Il rosso del vestito allude all’umanità innalzata alla sua massima dignità della incarnazione e, contemporaneamente, alla regalità di Maria.
L’azzurro del manto traduce il testo evangelico di Lc 1,35: “ Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”. Gesù Cristo, bambino, rappresentato in posizione eretta, viene avanti con portamento regale mentre nella mano destra regge una colomba bianca.
Sul volto ha l’espressione di chi è “Eterna sapienza”. In altro due angeli, con la testa inclinata, fanno atto di venerazione. Sullo sfondo il paesaggio è quello di Canosa di Puglia, riconoscibile per i ruderi del castello ed il ponte romano sull’Ofanto. Sia la Madonna che il Bambino hanno la corona secondo una iconografia acquisita probabilmente nel XVII secolo, quando cominciò a diventare di uso comune l’idea di rivestire le icone di metalli preziosi e di corone riccamente cesellate. Sul fondo in oro, scritte a fianco delle aureole, sono le iniziali greche indicanti “ MADRE DI DIO” e “GESU’ CRISTO”. Nell’aureola del Bambino le letture che vi si leggono richiamano le parole con cui Dio si rivela a Mosè. “ Io solo colui che sono “ (Esodo 3,14) definizione di Dio che Gesù fa propria in Gv 8,24.
L’icona della Madonna di Costantinopoli, che tutti noi amiamo e veneriamo in Canosa da molte generazioni, oltre ad essere un segno tangibile della tradizione di un popolo, vuole diventare autentica espressione del modo di pensare-spirituale e di vivere cristiano di una comunità che, animata da una visione di fede più esplicita, ritrova nella devozione a Maria un’antica vocazione.
Buona Festa di Maria SS. di Costantinopoli….nel primo martedì di Marzo.