La città di Canosa di Puglia, durante il primo martedì di marzo, festeggia Maria SS. di Costantinopoli, Protettrice della piccola chiesa rurale che prende il suo nome. I canosini, legati da sempre al piccolo Santuario, esprimono la loro fede e devozione Mariana con l’offerta di piccole tele votive.
Secondo un’antica leggenda dell'abate Gregorio, la traslazione dell'icona di Maria SS. di Costantinopoli, chiamata anche Odegitria, avvenne nell'anno 733, durante il periodo delle lotte iconoclaste, ad opera di alcuni monaci greci brasiliani, i quali decisero di portarla a Roma per evitare che l'immagine venisse distrutta.
Durante il viaggio però fecero naufragio ed approdarono a Bari. Era il primo martedì di marzo di quello stesso anno. Così i monaci interpretarono l'avventura del loro naufragio come la precisa volontà della Vergine a restare in quel luogo. Allora portarono la sacra icona nella cattedrale per offrirla alla venerazione del popolo, stabilendo di celebrare l’avvenimento ogni anno e in quel determinato giorno. A loro volta gli Arcivescovi baresi diffusero la devozione alla Madonna Odegitria nel territorio, tanto da giungere anche nella città di Canosa.
Nel tempo tanti canosini continuano a venerarla nel tempio a Lei dedicato situato in una parte periferica della città, detta zona “Costantinopoli” o zona “Don Berardo“affiancata all’ex tratturo regio. La chiesetta fu costruita per volontà del Canonico Benedetto Forina e costituisce nel tempo una memoria visibile e secolare del culto che i canosini hanno per la Vergine Odegitria. Nel suo piccolo “tempio” collocato al di fuori delle mura cittadine, Ella guarda la città come una sentinella vigile e silenziosa.
Orazio Lovino