Mi preme, all’indomani dell’incontro a Bari presso gli uffici della Regione Puglia sul Museo Archeologico della valle dell’Ofanto da realizzare a Canosa di Puglia, analizzare quanto da oltre un anno si sta dibattendo.
Nell’incontro precedente del 17 dicembre scorso il professor Volpe, a nome del tavolo tecnico istituito dal Comune di Canosa di Puglia, individuò nell’edificio Mazzini il punto nevralgico ove allocare il Museo Archeologico salvaguardando la funzione primaria dell’edificio, quella scolastica e da dove partire per una visione globale di un territorio da musealizzare. Alla Fondazione Archeologica Canosina fu commissionata una situazione dello stato attuale dei Beni Culturali del territorio, dai parchi archeologici alle strutture museali alle aree archeologiche, fu chiesto inoltre di inquadrare da un punto di vista urbanistico la struttura dell’edificio Mazzini e di studiare forme innovative di “contenitore di Beni Culturali” inquadrato in un contesto di coabitazione con la popolazione scolastica dell’edificio. Si discusse sulla ricerca del maggior numero possibile di spazi disponibili rispettando le esigenze degli alunni e dei docenti. Il Museo non doveva e non deve essere una fonte di disagio ma una fonte di arricchimento culturale per tutti, primi fra questi i nostri figli, gli studenti. Il progetto era quello della Scuola che adotta il Museo, la Scuola che accoglie al suo interno il Museo, Museo che diviene offerta formativa della Scuola e che serve a creare nei giovani discenti quell’amore verso la nostra storia, le nostre tradizioni, il nostro glorioso passato. Questo progetto è stato consegnato il 23 febbraio scorso a tutti i soggetti interessati alla realizzazione del Museo. Mercoledì 14 maggio, nell’incontro svolto a Bari, il Sindaco La Salvia ha inteso riconoscere il lavoro della Fondazione valido ai fini del tavolo tecnico e quindi riconoscerlo come base per un eventuale progetto di fattibilità, opinione condivisa dai presenti.
La professoressa Barbanente ha molto apprezzato il lavoro svolto a più mani dalla Fondazione e anche alla luce di un protocollo d’intesa fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turistiche e il Ministero della Pubblica Istruzione, come comunicatoci dal professor Volpe, ha ritenuto di apportarvi qualche modifica per poi passare alla fase operativa. Indicendo una gara pubblica o uno studio di fattibilità per la realizzazione del Museo Archeologico integrato in una musealizzazione del territorio.
A questo punto forse io ho inteso male e se così fosse vi chiedo venia ma sarò felicissimo di essere smentito e di aver torto.
Punto primo. Credo che il Museo per molti di noi significhi la restituzione dei nostri reperti che per anni sono stati oggetto di diaspora e sono sparsi in tutto il mondo, mi rendo conto che sarà impossibile che tale restituzione comprenda tutto, ma mi auguro che riguardi molta parte di esso e in maniera particolare quelli esposti, fuori qualsiasi contesto, in molte strutture museali pubbliche della nostra nazione, ma soprattutto quelli non esposti. Per fare questo ci vuole un contenitore degno ed adeguato per esporre i reperti che possano connaturare tutti i periodi storici che la nostra città e il nostro territorio rappresentano. Va benissimo se oltre a questo, all’interno della scuola ci siano anche spazi per realizzarvi: laboratori didattici, postazioni multimediali, museo virtuale. Ma il “nostro” Museo deve prima di tutto essere un contenitore e poi anche altro. Se così non fosse allora abbiamo perso solo una grossa opportunità.
Punto secondo. La presenza del dirigente scolastico della scuola Di Stasi e della sua vicaria Giaschi credo sia da sempre stata connaturata con l’esigenza di trovare un punto di incontro fra le esigenze della Scuola e quelle del Museo. Ma si è sempre parlato di coabitazione, il pensare ad una struttura attigua alla scuola e da realizzare alle spalle della stessa può anche trovarci d’accordo, sempre se fattibile e non tolga spazio alla Scuola e al Museo snaturando l’immagine di un palazzo storico bellissimo come il Mazzini, solo a condizione che sia da completamento all’utilizzo dell’edificio Mazzini. Se così non fosse allora perché costruire lì, alle spalle di una scuola un Museo “nascosto”?
Il ritorno al tavolo tecnico deve solo servire a definire le disponibilità dell’edificio Mazzini a liberare il maggior numero possibile di spazi salvaguardando l’integrità del corpo discente e di quello docente, non deve essere la ricerca di altre soluzioni che farebbero tornare indietro il tutto ad un anno fa’.
Pensarla diversamente vuol dire solo non volere il Museo.
Detto questo riportiamo la barra al centro e avanti tutta, puntiamo bene il nostro obiettivo, tutti assieme, e cerchiamo di centrarlo definendo una volta per tutte “chi fa che cosa”. Ma non perdiamo altro tempo e sottoscriviamo subito un protocollo di intesa che vincoli il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turistiche, la Regione Puglia, la Provincia di BAT il cui Presidente Ventola continua sistematicamente a confermare il suo impegno, il Comune di Canosa di Puglia, l’Università di Foggia per la realizzazione di un nuovo polo museale nella nostra Canosa. La Fondazione Archeologica Canosina è come sempre al vostro fianco e pronta a qualsiasi compito le si vorrà affidare.
Sabino Silvestri
Presidente del Comitato Missione Museo