Il MIBACT assegna 31.8 milioni per il restauro dei “grandi attrattori culturali” della Puglia. Dimenticando il nostro territorio.
Una somma di 31,8 milioni di euro in arrivo per la Puglia, per lavori immediatamente cantierabili. Dove? A Novoli, Galatone, Porto Badisco, Taranto, Manduria, Lecce, Otranto, Tricase. E dintorni.
Lo annuncia il Ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini, che ha firmato il decreto che autorizza 46 nuovi interventi di restauro in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia: “Si tratta della più importante azione realizzata negli ultimi anni sul patrimonio culturale del Mezzogiorno d’Italia” dichiara il ministro Franceschini, il quale sottolinea che “questa operazione si inserisce nell’ambito del programma comunitario denominato ‘Grandi attrattori culturali’ coordinato dal MiBACT in stretta collaborazione con la Presidenza del Consiglio-Uffici per la coesione territoriale - ed è il frutto di un’intensa azione congiunta e condivisa con le Regioni.”
Il Comunicato dell’Ufficio stampa del Ministero spiega che “per la Puglia sono in programma interventi per un valore complessivo di 31,8 milioni di euro”, la cui distribuzione, ripetiamo noi “è il frutto di un’intensa azione congiunta e condivisa con le Regioni”. Dunque anche con la Regione Puglia. O una parte di essa, intesa a livello “fisico” e “politico”, non solo nel senso usato sulle carte geografiche appese nelle aule delle scuole elementari degli anni ’60.
Gli interventi programmati nel territorio pugliese interessano infatti: il Museo contemporaneo dell’Audiovisivo di Bari - Apulia Film Commission per 1milione852mila euro; il recupero delle Mura Urbiche di Lecce per 5 milioni e 200mila euro; ristrutturazione della Torre Matta di Otranto per 880mila euro; recupero, restauro e valorizzazione delle storiche grotte di Tricase 1milione 150mila euro; 913mila euro per l’area destinata a Focara di Novoli; interventi per l’ipogeo di San Sebastiano di Galatone per 124mila euro; per il Castello di Gallipoli per 503mila euro; interventi di valorizzazione per il Polo di Taranto per 5 milioni, e di quello di Taranto-Manduria per 3 milioni e 800mila euro; il Complesso dello Spirito Santo di Lecce per 6 milioni di euro, il recupero dell’ex Convento di Santa Maria a Vieste per 753mila euro, recupero del Teatro di Apollo a Lecce per 2 milioni e 500mila euro; recupero e valorizzazione dello scavo archeologico di Porto Badisco a Otranto 400mila euro; e del Palazzo baronale di Novoli 774 mila euro, e non meglio precisati servizi di valorizzazione integrata a Lecce per 2 milioni di euro.
L’immenso patrimonio monumentale, quello che è davvero il “grande attrattore” culturale dei Comuni dell’area di Puglia Imperiale, del nord barese, della Provincia Barletta-Andria-Trani, da Spinazzola a Barletta, comprese Corato e Ruvo, e Trani o Canosa, Andria o Trinitapoli, con castelli e cattedrali che il mondo ci invidia, non sono stati nemmeno sfiorati dall’ “azione congiunta e condivisa” di cui si parla.
Eppure in via Capruzzi ci sono fior di rappresentanti di questo territorio, a destra, a sinistra, e anche al centro. Di certo occupati in questioni più importanti.
Eppure dall’Università del Salento vengono in Puglia Imperiale a studiare “il caso”, le buone pratiche, a immergersi nelle bellezze del territorio, a chiedere: “Ma come avete fatto?”. E non se lo domandano solo loro. Se lo è chiesto, per esempio, anche il Prof. Youcheng Wang del Rosen College of Hospitality Management (University of Central Florida – Orlando – USA), il cui intervento sarà presto in rete, il quale nella sua visita di studio presso l’Agenzia Puglia Imperiale Turismo ha espresso riflessioni e considerazioni sul valore del Brand “Puglia Imperiale” che non possono sfuggire a chi crede di potersi occupare di Turismo e di Sistema Turistico Locale.
Ma dei 31.8 milioni di euro, neanche un centesimo è stato destinato al nostro patrimonio.
Eppure questo territorio è una miniera, che non si riesce a mettere a frutto.
Un territorio di Grande Bellezza. Dimenticata.
Dice l'amministratore unico dell'Agenzia Puglia Imperiale Turismo, Michele Marcovecchio: "Tutto questo è frutto della mancata visione unitaria sulle politiche del turismo, che va ad indebolire questa realtà e il lavoro di promozione e valorizzazione dell'immenso patrimonio monumentale storico e culturale che faticosamente portiamo avanti. Questa parte della Puglia viene isolata a causa di queste scelte, che hanno poi una ricaduta anche a livello economico e occupazionale".