Il Vescovo e Martire San Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio.
Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana - in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti - e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della "benedizione della gola" compiuto con due candele incrociate.
La Devozione a San Biagio è molta antica nella Città di Canosa di Puglia per via della presenza della piccola Chiesa Confraternale annessa al Monastero di San Francesco dei Frati Minori Conventuali. La chiesa, istituita nella seconda metà dell’ ‘500, era sede della Confraternita di San Biagio e venne distrutta durante un brutale bombardamento del 6 Novembre 1943 poco dopo l'armistizio dell’8 settembre dello stesso anno. Nel corso del bombardamento che ha coinvolto il paese, furono colpite anche le adiacenti chiese di San Francesco e San Biagio, successivamente ricostruite e unite in unica Chiesa Moderna.
La Chiesa di San Biagio era frequentata da un alto numero di confratelli e la principale devozione era per il Santo Titolare e per la Madonna Addolorata , che uscita nella notte del Giovedì Santo, nella viglia del Santo Titolare, nella Festa della Candelora , in cui viene donato il cero benedetto e nel giorno dopo Festa del Santo avveniva la benedizione delle pagnottelle e della gola.
Nel ricordare San Biagio, medico, vescovo e martire porgo un augurio a tutti quelli che portano questo nome.
Orazio Lovino